
Giorgia Cadeddu (1985, Italia) è una designer con una formazione in architettura.
La sua ricerca si rivolge e snoda tra la comunicazione visiva, il design per lo spazio pubblico e l’indagine, ricerca e documentazione sul territorio.
Attualmente è borsista di ricerca presso l’Università degli studi di Cagliari per il progetto SUPERA (Supporting the promotion of equality in research and academia) all’interno del quale si occupa della comunicazione visuale.
Il suo lavoro come graphic designer inizia nel 2011 grazie al corso di progetto grafico tenuto dal designer Stefano Asili. La comunicazione visiva è per lei uno strumento di riflessione sociale con il potere di rivelare e sintetizzare elementi che agiscono come nuove possibilità di narrazione. La sua ricerca visuale pone l’attenzione alla rappresentazione gender-sensitive, attraverso la progettazione di segni e simboli che ribaltano la gerarchia delle immagini e pratiche che rifiutano le stereotipie legate al genere.
La sua formazione nel campo del design per la rigenerazione urbana e dell’auto-costruzione si è rafforzata grazie alla partecipazione a diverse scuole e workshop nazionali ed internazionali come Creative Cagliari, Architettura per lo spazio pubblico, Cagliari, Italia (2010), Osthang Project international summer school, Darmstadt, Germania (2014) e l’International Festival of Art and Construction, Almeria, Spagna (2016). Nel 2011 è co-fondatrice del progetto RYGLAB (Reuse Your Garbage Laboratory), un laboratorio di design sostenibile per lo spazio pubblico. Nel 2018 è co-fondatrice del progetto Foghíles (incontri e sperimentazione nello spazio rurale) progetto di rigenerazione sociale realizzato in un piccolo centro abitato della Sardegna. Nel 2019 è tutor all’interno del MAKE collective (Spagna) promotore dell’azione di rigenerazione urbana Art Setal nella città di Guediawaye, provincia di Dakar, Senegal.
La sua pratica si rivolge alle nozioni di trasmissione della conoscenza strettamente legata al know-how pratico e alla comprensione del riuso dei materiali, sviluppando un’indagine e un modus operandi rivolti al coinvolgimento delle comunità che abitano i luoghi in cui opera. Ha collaborato e co-curato diversi progetti di design partecipato a partire dallo studio dell’architettura vernacolare e dell’auto-costruzione per lo spazio pubblico.